Il particolare frutto è edibile, ma il principale motivo per cui la pianta viene coltivata è la produzione di spugne naturali. Il frutto infatti, una volta raggiunta la maturazione perde il suo contenuto idrico, e quello che rimane è un tessuto fibroso che racchiude i semi.
Sbucciando accuratamente questo frutto, ed eliminando i semi (che vengono usati per la semina dell'anno successivo) si ottiene una spugna naturale, ipoallergenica e vegan/cruelty free, oltre che 100% biodegradabile.
Le spugne di luffa possono essere usate nella loro forma naturale e caratteristica e cilindrica, con ben visibili i vuoti dove erano alloggiati i semi, oppure possono venir lavorate per ottenere diverse forme, dai guanti alle infradito da bagno, dai dischetti viso ai massaggiatori.
Molti di questi accessori si possono trovare in erboristerie, negozi biologici, e qualche volta anche in qualche ipermercato.
L'autoproduzione invece è più complessa e lunga, ma non è una sfida particolarmente ardua per chi si diletta di giardinaggio.
Possono essere usate come normali spugne, per l'applicazione del sapone o del bagnoschiuma, ma se usate in modo più energico possono compiere un'azione esfoliante piena, e possono anche essere usate per massaggi ed automassaggi rivitalizzanti.
Possono essere usate anche con creme e oli, a patto che vengano usate da bagnate, e successivamente lavate con cura, strizzate e sempre lasciate asciugare all'aria, così da non sviluppare muffe.
Lasciarle asciugare bene dopo ogni uso è anche il modo migliore per farle durare di più.
Essendo di origine completamente vegetale, la spugna di luffa, una volta esaurito il suo compito, può essere lavata con cura e smaltita fra i rifiuti organici, riducendo al minimo l'impatto ambientale, ma c'è di più, prima di buttare una spugna di luffa usata per il corpo, si può ancora utilizzare come spugna per i piatti o per pulire tutte le superfici di casa su cui non possono essere usate le spugne di lana di ferro.
Insomma un ottimo accessorio beauty e ed ecocompatibile.